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L'autore, già molto conosciuto e apprezzato in Italia come narratore, è uno dei più conosciuti scrittori argentini dell'ultima generazione. Questa è la sua prima raccolta poetica tradotta in italiano. "A orecchio" si canta e si suona, si allestiscono e ricalcano melodie già sentite, si eseguono spartiti complessi senza saper leggere la musica, affidandosi all'istinto e, quando va bene, all'intuito, alla predisposizione naturale. Diciamo, insomma, che "a occhio" e "a orecchio" ci si barcamena, ci si arrabatta negli uffici del quotidiano, nel tempo libero e spesso anche nel mestiere; e a volte anche nel più scabroso dei mestieri, quello di vivere, come ci insegna Pavese. È intorno a questa sghemba modalità dell'esistere, a un sostanziale scacco conoscitivo e a un procedere caracollante sui sentieri della (auto)biografia che ruota questa raccolta poetica di Andrés Neuman, intitolata propriamente Vivir de oído: Vivere a orecchio.